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“Tutto concorre al bene per coloro che amano Dio”

“Tutto concorre al bene per coloro che amano Dio”, dice san Paolo nella lettera ai Romani al cap. 8 e Sant’ Agostino aggiunge “ Etiam Peccata” anche il peccato!

La bontà di Dio ha saputo trarre profitto da ogni cosa, anche da quella che in me non era verità. Una menzogna è cio che mi ha introdotto in quello che è il cammino più bello e affascinante della mia vita. La mia vocazione! Si, tutto è nato se così si può dire da una menzogna. O meglio, tutto è nato dal desiderio di Dio, la menzogna è stata lo strumento con cui Dio mi ha aperto gli occhi.

Fin da piccolo un grande sogno mi ha sempre accompagnato, fino a giungere alla soglia delle superiori e scegliere la scuola che avrebbe permesso di realizzarlo. Ho scelto di iscrivermi all’Istituto Alberghiero, volevo diventare un grande cuoco, di quelli che lavorano nelle cucine dei grandi alberghi, delle grandi navi da crociera, dei grandi ricevimenti.

Tutto questo era sostenuto da una grande presunzione, che ce l’avrei fatta!

Il gioco delle carte non mi è mai piaciuto, perché quando ti sembra che la partita si stia chiudendo a tuo favore, ecco che qualcuno ti getta un asso e tutto cambia. Con me Dio ha giocato il suo asso, ha buttato la sua carta e la partita è andata in “TILT”. Con una differenza, non ho perso, ma ho vinto! Dio si allea sempre con noi! Dio si è alleato con me.

Cosa era successo? Era successo il contario di ciò che aveva vissuto san Francesco, dice nel Testamento: “ …ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo”. Per me l’esatto contrario. Quello che per era dolcezza mi diventò amaro. L’idea della cucina e di tutto ciò che ne consegue mi era nauseante. E che cosa potevo fare? Rimangiarmi tutta quella sicurezza sul mio futuro, di cui andavo spavaldo e orgoglioso fra i miei amici e famigliari? No, mai!

Allora ho cominciato a mentire, ad ingannare e ad ingannarmi, andavo avanti lo stesso. E questo è stato il punto piu doloroso. Finchè prendi in giro i tuoi compagni poco importa, in fondo ti dici “ chissà quante volte anche loro si prendono gioco di me” . Prendi in giro Dio, ma sei nell’età che poi di questo Dio te ne ricordi il giusto e soprattutto se lo fai, lo ricordi quando si avvicinano le interrogazioni. Ma quando ti accorgi che stai prendendo in giro te stesso, questo è doloroso, molto doloroso.

Attraverso questa esperienza faticosa, Dio mia ha raggiunto, ha iniziato a farsi sentire, a farsi vedere, non certo con visioni o fenomeni straordinari, ma attraverso sacerdoti che mi hanno semplicemente dato del tempo e mi hanno ascoltato.
Ne ricordo uno, che un giorno confessandomi, probabilmente lesse in me un’inquietudine. Ricordo che mi fece una domanda a “bruciapelo”: ma tu senti la vocazione?

In quel momento, che tutto mi sembrava così insicuro, l’unica sicurezza che avevo era quella di non avere nessuna vocazione. Anche qui mi ingannavo, legando sempre la vocazione a qualche cosa di straordinario, legata ad eventi miracolistici e io che non ho mai sentito nulla ero sicurissimo che non mi riguardasse. Lui semplicemente mi disse, Dio chiama i suoi figli attraverso tantissime strade. Ecco, Dio aveva saputo giocare ancora bene, mettendomi nel cuore una nuova inquietudine e una nuova domanda: come avrei potuto riconoscere la mia strada?

Da quel giorno tutto è cambiato per me. Ogni situazione che si presentava, ogni parola, ogni incontro, ogni nuovo giorno, tutto era da guardare con occhi nuovi e con un solo interrogativo nel cuore: “ Signore che cosa vuoi che io faccia?” Fammi conoscere la strada da percorrere…. Salmo 148,8.

E Dio come mi ha mostrato questo? Semplicemente facendo sì che la mia strada si incontrasse con strade percorse da altre persone. La strada di un sacerdote che mi ha accompagnato nel cammino, che mi ha aiutato a leggere e discernere alla luce della fede quella quotidianità che vivevo. Si è intrecciata con la strada di tanti fratelli e sorelle che vivono una disabilità fisica o mentale e che hanno saputo insegnarmi tanto e a cui devo molto. La strada di una comunità ecclesiale dove ho imparato la vivacità e la freschezza della fede, nonostante tanti limiti umani. E poi si è incontrata con la strada di un pellegrino, un’autentico cercatore di Dio, un grande appassionato per le cose del Regno dei Cieli, di un vero povero che non mi ha legato a se, ma mi ha indicato il maestro da seguire. Francesco d’Assisi, mi ha saputo condurre a Gesù.

Un aspetto mi colpì di san Francesco, il suo continuo camminare, il suo non sentirsi arrivato, il non attendere di essere perfetto per mettersi alla sequela di Cristo.

C’è un passo della Leggenda dei Tre Compagni, che nel mio cammino di ricerca è stato importante: “ E da quell’ora smise di adorare se stesso, e persero via via di fascino le cose che prima amava. Il mutamento però non era totale, perché il suo cuore restava ancora attaccato alle suggestioni mondane. Ma svincolandosi man mano dalla superficialità, si appassionava a custodire Cristo nell’intimo del cuore”.

Mi colpì l’umanità di Francesco, lo sentivo tanto vicino a me. Mi ha incoraggiato molto sentire la sua “lotta” tra le suggestioni del passato e la passione per Cristo e che nonostante questo il suo cammino andava avanti.

Se mi venisse chiesto di descrivere in una parola, che cosa è una vocazione, risponderei: CAMMINO. Il mio cammino iniziato anni fa, oggi, attraverso l’obbedienza dei miei superiori, mi ha portato a vivere la mia vocazione di Frate Minore alla Verna, l’alta montagna dove san Francesco si è conformato anche nelle carni a Gesù Crocifisso.

Ogni tanto mi fermo, mi guardo indietro e mi chiedo chi me l’ha fatto fare di farmi frate, non trovo una risposta se non quella di una chiamata divina, che a parole non so spiegare. Allora le argomentazioni cessano e rimane solo la felicità e una bellezza che sento, che mi riguarda da vicino, che è per me. E tutto questo nonostante i miei limiti e le mie fragilità.

L’immagine del ricordo della mia professione perpetua, portava la citazione della Lettera agli Ebrei “ Metterò la mia fiducia in lui”.

Questo è tutto, il segreto che ancora oggi mi permette di essere felice e di continuare… a camminare!

Fra Francesco