RACCONTARE LA MIA VOCAZIONE…MICA FACILE!
Mi chiamo Matteo, anzi fra Matteo. Sì, sono un frate. Un frate francescano dell’Ordine dei Frati Minori. Ho 32 anni.
Da poco tempo ho professato la Regola di San Francesco d’Assisi per tutta la vita! Un grande giorno, di gioia, di memoria e di stupore!
Di gioia, perché in quel giorno ho abbracciato per sempre una vita che mi sta davvero rendendo felice! Non scherzo! A volte, quando si pensa ai frati o alle suore, ci si immagina sempre che siano degli sfigati che non sono riusciti a fare altro nella propria esistenza se non quello di infilarsi in un convento…
Forse per qualcuno sarà così (anche se dubito fortemente!), ma per me no! Sono in convento da quando avevo 24 anni, cioè da 7 anni… A 23 mi sono laureato in Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale, una facoltà di Economia che si occupa delle situazioni dei Paesi in via di sviluppo. Volevo cambiare il mondo, combattere le ingiustizie sociali ed economiche, salvare i poveri dalle condizioni di sopruso…insomma un sacco di bei propositi e desideri! Poi, mentre cercavo di attuare il tutto con le mie forze, mi sono reso conto che quello che facevo e studiavo non mi bastava. Possibile? “Ma questo è quello che desidero! – pensavo – come può non bastarmi?!” Allora, per mettermi alla prova sono andato un po’ di tempo in sud America, in una missione a Salvador Bahia, in Brasile.
“Lì sicuramente avrò chiaro perché sto studiando e allora sarò felice!” E dopo quella bellissima e ricchissima esperienza, nulla era cambiato! L’insoddisfazione rimaneva…
Non riuscivo a spiegarmi il perché, fino a quando non ho timidamente chiesto al Signore cosa volesse da me… Io frequentavo la parrocchia, facevo il catechismo, ero un giovane parrocchiano tuttofare. Ma in mezzo a tutte le cose che facevo, non trovavo una risposta…Fino a quando, nell’estate del 2005, sono andato alla GMG a Colonia. Una folgorazione! Non che sia caduto da cavallo come San Paolo, ma folgorato dal fatto che ci poteva essere un’altra strada oltre a quella che avevo pensato io per me… testimone di giustizia, di pace, di povertà non secondo me ma secondo Dio. É bastato che lasciassi avvicinare a me questa idea, che subito sono stato riempito di calore e di pace! Io, che volevo salvare il mondo e combattere le ingiustizie, ho scoperto di essere chiamato alla vita consacrata! Il Signore mi chiamava ad essere suo!
Quando tornai a Firenze, dove sono nato e cresciuto, andai subito a raccontare queste cose che avevo scoperto nel mio cuore a un mio amico sacerdote, che mi ha accompagnato nei miei primi passi di discernimento. Che paura che avevo! Paura di raccontare qualcosa che mi sembrava essere più grande di me: la mia vocazione! Avevo scoperto una cosa nuova ma che da sempre era scritta nel mio cuore! É un po’ come quando cerchi qualcosa con tutto te stesso e affannosamente, e poi ti rendi conto che ce l’avevi sotto gli occhi! Avevo pensato da piccolo a fare il prete, ma non la sentivo la strada per me…e quindi conclusi che non avevo la vocazione.
E invece mi sbagliavo: non c’è nessuno che non abbia scritto nel cuore la sua vocazione, va solo scoperta, guardata, accolta.
Ecco il giorno di memoria! Memoria di tutti i passi compiuti per essere arrivato a questa giornata di professione solenne dei voti! Mamma mia come ero emozionato…tesissimo, come chi si sposa il giorno del matrimonio…
A fatica sono riuscito a leggere le parole della professione… Ma che bello! Un giorno donatomi dal Signore, come tutti gli altri della mia vita, ma quello aveva un sapore particolare: quel giorno ho detto il mio sì per sempre. Matto? Stupido? No…innamorato!
Eh sì…quando ci si innamora si perde la testa e così è successo. Ed è di questo che mi stupisco, di come si possa davvero lasciare tutto per seguire Lui, di come si possa decidere, sulla base di una Parola ascoltata e accolta, di donare la vita a Dio. E lo stupore continua nel vedere come il Signore ci rendi suoi strumenti capaci di annunciare a tutti il suo Amore. Non è questione di bravura, ma di buttarsi!
E in questo buttarmi ora mi trovo a vivere a Prato, in un quartiere ad alta densità cinese. Insieme ad un altro frate, che conosce bene la cultura cinese, collaboriamo con la Diocesi di Prato per la pastorale in carcere e degli immigrati, in particolare aiutando la Comunità Cattolica Cinese. Volti nuovi, “stranieri”, che comunicano la presenza di Dio e il desiderio profondo di vivere la propria fede.
A volte è difficile comprendere chi ha una cultura profondamente diversa dalla nostra, ma allo stesso tempo è molto affascinante contemplare la fantasia del Signore che ci ha creati diversi ma tutti a sua immagine e somiglianza!
Venite e vedrete, dice Gesù ai primi discepoli incuriositi da questo nuovo personaggio che si aggirava per le strade della Galilea… Il Signore continua a girare, a cercare e a lasciarsi trovare…buttiamoci dietro a Lui!